Pillole 2.0 – I Nomadi Digitali

Le nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione hanno rivoluzionato il lavoro e la vita nel XXI secolo. L’utilizzo di questi dispositivi ci permette di essere costantemente connessi e di conseguenza di lavorare in qualsiasi momento e ovunque.

Internet, e naturalmente tutto ciò che ne consegue, sta modificando il rapporto tra domanda e offerta di lavoro, mettendo profondamente in discussione il sistema economico tradizionale, poiché le aspettative di carriera a lungo termine sono cambiate e, in alcuni settori in particolare, molti professionisti hanno pensato di organizzarsi autonomamente, in modo da gestire il proprio tempo e la propria “posizione fisica” in totale libertà.

In maniera quasi biunivoca, le aziende si sono evolute verso forme di lavoro e collaborazione basate sulla specifica prestazione o progetto e senza alcuna imposizione sulla presenza fisica.

Nomad Digital

Si sta evolvendo quindi un forma di lavoro denominata magistralmente nomadismo digitale, rappresentata da lavoratori che hanno dato priorità al proprio desiderio di indipendenza e di libertà. Non sono solo giovani millennials ma anche imprenditori di cinquantenni e professionisti ICT.

Più in generale, le professioni adatte al nomadismo sono quelle che non richiedono una reperibilità continua e, soprattutto, un contatto costante con committenti o collaboratori e quindi in piena autonomia: fotografi,  scrittori, designer, blogger, marketer, e così via.

Mete ambite sono Sud Est asiatico, Spagna, Germania o Ungheria.

E’ nato anche un progetto, denominato casualmente Nomadi Digitali, dedicato a tutti coloro che amano viaggiare e sognano di poter cambiare il proprio stile di vita, per rendersi finalmente liberi di poter vivere e lavorare ovunque, sfruttando le nuove opportunità del Web.
Hanno anche creato un Manifesto dei Nomadi Digitali, una dichiarazione di intenti di questa nuova filosofia di vita e di lavoro.

Nomadi digitali

Da un’analisi del Sole 24 Ore, svolta più di un anno fa, si evince che entro il 2035 un miliardo di nomadi digitali cambieranno il mondo del lavoro, ridefinendo “i paradigmi di cosa significhi lavorare“, approfittando “della pervasività delle tecnologie, della capillarità delle reti Wi-fi e degli smartphone, dei sistemi di pagamento elettronico e delle applicazioni che permettono di coniugare mobilità e attività professionale”.

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