Teenager, alcol e fumo: il nuovo rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità

Ogni anno, più di 3.000 minorenni finiscono al pronto soccorso per intossicazione etilica. Succede, di solito, le sere del fine settimana. Così ubriachi che non si reggono in piedi, cominciano a vomitare e stanno male, fino quasi a perdere conoscenza, tanto da richiedere l’intervento dell’ambulanza.
Ma quelli che arrivano in ospedale sono la punta dell’iceberg. Almeno 700.000 adolescenti tra gli 11 e i 17 anni consumano alcolici (in barba alla legge che vieta la vendita e la somministrazione di queste bevande ai minori di 18 anni), e oltre 100.000 tra loro fanno binge drinking.

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L’alcol è una molecola tossica per l’organismo, per chiunque, capace di danneggiare le cellule, soprattutto del fegato e del cervello. Ma nei ragazzini è ancora più nocivo.
«Fino a 16 anni, infatti, manca l’enzima, chiamato alcol-deidrogenasi, necessario per metabolizzare l’etanolo ingerito e disintossicare il corpo», spiega Scafato, «e fino a 21 anni questo enzima non è completamente efficiente, per cui l’alcol resta in circolo più a lungo. Servono almeno due ore ai maschi e tre ore alle femmine per smaltire una birra o un calice di vino.»

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E poi c’è un altro problema: alcol chiama sigaretta. Chi beve tende a fumare di più, e viceversa. La nicotina è l’altra piaga che spopola tra i giovani: uno su cinque fuma abitualmente e quasi la metà dei minorenni ha provato a fare qualche tiro.

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 venerdì 11 Ottobre - 2019
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