Pensiero laterale: cos’è

Se non riusciamo a risolvere un problema a volte è meglio, invece che insistere nella stessa direzione, provare a spostare lo sguardo un po’… di lato. Si può arrivare così a scoprire una strada alternativa che porta alla soluzione: questo modo di ragionare si chiama “Pensiero Laterale” – espressione coniata nel 1967 da Edward De Bono – ed è proprio di chi ha una mente aperta e flessibile, in grado di uscire dagli schemi.

Shutterstock

Il pensiero laterale non è l’opposto della logica, non equivale cioè ad avere una fantasia sfrenata.

Per “uscire dagli schemi”, è necessario conoscere e maneggiare gli schemi, bisogna cioè saper riconoscere le “griglie” in cui inseriamo, per abitudine, gli elementi dei nostri ragionamenti. Quindi bisogna allentare il controllo rigido della logica e cercare maniere differenti di guardare le cose, introducendo dubbi e nuove ipotesi, e lasciando il campo libero all’intuito e alla fantasia.

Focus Junior

Facile? Per niente. Il “lampo di genio” tipico del pensiero laterale arriva dopo avere esplorato molte strade, comprese quelle che appaiono più ovvie. Servono quindi tempo, impegno e pazienza.

Visite: 196

 domenica 17 Novembre - 2019
Scuola
, ,