Lettura e povertà educativa

Per alcuni leggere vuol dire trasformare correttamente segni in suoni, senza necessariamente comprendere quello che è stato letto. Negli ultimi 150 anni la scuola ha fornito questa capacità ai cittadini, ma oggi ciò non basta più. Per vivere in una società delle lettere bisogna anche comprendere, valutare, usare e farsi coinvolgere dai testi che si leggono.
Chi non lo sa fare è detto analfabeta funzionale. In Italia ci sono tanti analfabeti funzionali.

Lettura e povertà educativa

All’ingresso della scuola si dà per scontato che tutti i bambini siano alla pari per iniziare ad apprendere lettura e scrittura.
Nella prassi scolastica, l’apprendimento della lettura è sempre legato all’apprendimento della scrittura manuale, si insegna a leggere mentre si insegna a scrivere, si parla perciò di lettoscrittura.

Sarebbe opportuno insegnare la lettura indipendentemente dalla scrittura, che potrebbe essere appresa in un secondo tempo. In questo modo le difficoltà legate alla lettura sarebbero disgiunte da quelle legate alla scrittura.

Un obiettivo della scuola dovrebbe essere quello di formare lettori appassionati e non solo decodificatori di segni, ma per questo ci vorrebbero politiche per permettere a tutti i bambini di cominciare il percorso scolastico senza handicap di partenza, ad esempio potenziando il sistema delle scuole dell’infanzia.

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 sabato 5 Giugno - 2021
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