Se il prof diventa mobility manager (volontario) e dirige il traffico

Corriere della SeraIn quest’anno scolastico hanno debuttato gli animatori digitali e i consiglieri del merito. Non basta, adesso è in arrivo il prof mobility manager, come previsto dalla Legge 221, del 28 dicembre 2015 (“Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali”). Ovviamente scelto trai docenti, su base volontaria e senza maggiori oneri per l’amministrazione.

Il Ministero dell’istruzione ha tempo due mesi, dal 2 febbraio, per scegliere le modalità più efficaci per introdurre anche nella scuola la nuova figura del mobility manager, che dovrà occuparsi di tutte le eventuali criticità che si evidenziano sui percorsi casa-scuola-casa. E di problemi inerenti agli spostamenti di alunni, insegnanti, genitori, ce ne sono in abbondanza. Il tutto per il sacrosanto obiettivo di ridurre l’uso di mezzi privati, favorire biciclette, car sharing e sensibilizzare prof e studenti sul mezzo alternativi di trasporto per ridurre polveri sottili e stress urbano.

Ben venga anche il mobility manager, dunque, peccato solo il fatto che sempre “senza maggiori oneri per l’amministrazione”. Tutte le riforme possibili, sull’impegno “volontario” degli insegnanti, con compensi pari a zero o inadeguati.

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